Il governo della Serenissima
Dogi e governo
Il governo veneziano era retto dal doge affiancato sin dal 1143 dal “Consiglio dei Savi” nominati da un’assemblea popolare. In seguito si decise che due elettori per sestiere, quindi in totale 12 elettori, eleggessero ciascuno 40 cittadini che formassero i 480 membri del “Maggior Consiglio” che sostituì l’assemblea popolare.
Il “Minor Consiglio” era invece composto da sei cittadini, uno per ciascun sestiere. Con la “Serrata del Maggior Consiglio” nel 1297 si decise di impedire l’accesso al Consiglio a quei cittadini le cui famiglie non avessero già fatto parte del Consiglio stesso. In tal modo vennero privilegiati negli affari di governo solo i patrizi di antica data e la Repubblica Serenissima divenne da democratica ad aristocratica. In seguito si creò il “Collegio dei Savi” con competenze negli affari marittimi, finanziari e militari. La giustizia invece era amministrata dalla “Quarantia”. Altre Magistrature si occupavano della gestione della vita pubblica e privata. Numerose e precise erano ovviamente le leggi che tutelavano e regolavano la navigazione ed il commercio, punti di forza della Repubblica. La chiesa di S. Marco diede poi origine alla magistratura dei Procuratori di S. Marco che avevano il compito di amministrare i beni della chiesa. Successivamente alla serrata il doge veniva eletto da un’accurata e laboriosa selezione dei rappresentanti del “Maggior Consiglio”. il “doge scelto da tali rappresentanti veniva infine presentato al popolo per la “promissione dogal” con le parole: “questo è il doge se vi piace”. inoltre il “Consiglio dei Dieci” aveva il compito di garantire la pace sociale e di scongiurare colpi di Stato.
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