Cenni storici sulla Russia
La Russia dalle origini ai giorni nostri
L’origine della Russia è ancor oggi oggetto di controversie. L’ipotesi più accreditata vede lo spostamento attorno al VII secolo a. C. di popolazioni nomadi di origine scita verso nord in cerca di territori fertili. Il luogo in cui iniziò la sedentarizzazione di tali etnie è all’incirca quello di Ucraina e Bielorussia, ovvero il territorio attorno a Kiev. Qui si dedicarono all’agricoltura ed al commercio con greci, romani e bizantini. Fu poi sotto la dominazione variaga (vikinga), tra l’ VIII ed il IX secolo d. C., che si pervenne ad una prima unificazione del territorio. Rurik nell’ 862 conquistò la Russia settentrionale e Oleg, il suo successore, conquistò il regno di Kiev nell’ 880, regno instaurato dal principe slavo Kij. Nacque così, con capitale Kiev, lo stato di Rus’ (dal vikingo “ruotsi”, vogatore). Tappa fondamentale per la storia russa fu il 998, anno della sua ufficiale cristianizzazione ad opera del principe Vladimir I (santo della chiesa ortodossa russa), seguito dalla diffusione del cristianesimo effettuata nei territori slavi (Bulgaria e Moldavia) da Cirillo e Metodio (863). Fu così che ebbe inizio la cultura russa. In questo periodo fu scritta la “Cronaca degli anni passati” uno dei primi esempi di letteratura antico-russa ed iniziò, sulla tradizione bizantina, l’arte dell’iconografia. Nella prima parte della storia russa Kiev e Novgorod rivestirono una grande importanza. Nel 1054 alla morte di Jaroslav il saggio, promotore di una forte intesa tra chiesa e stato, si attua lo scisma dalla chiesa di Roma e inizia la storia indipendente della Russia.
Lentamente il baricentro politico e religioso si sposta verso le città dell’anello d’oro: Suzdal, Vladimir, Rostov, Zagorsk. Il riunificatore dei principati russi è ritenuto Jurij Dolgorukij (lunghe braccia) che nel 1125 spostò da Kiev a Suzdal il centro del regno. Fu sotto di lui che sorse ufficialmente nel 1156 la città di Mosca, di cui si ha però menzione anche nel 1147 nella “Cronaca di Ipazia”.
È probabilmente di questo periodo il “Canto della schiera di Igor” il più famoso poema antico-russo.
Nel 1206 inizia l’invasione mongola con Gengis Khan che nel 1238 fa saccheggiare Kiev. La dominazione durò 250 anni e solo Novgorod si salvò dalle frequenti distruzioni. Il principe di Novgorod Alexandr Nevskij fermò sulla Neva, nel 1242, una nuova invasione vikinga e per questo ebbe dal Khan il titolo di Gran Principe di Mosca. La dominazione tatara durò fino alla metà del XVI secolo quando Ivan IV, detto il terribile, sconfisse le ultime resistenze tatare ed estese il regno fino al Caspio e agli Urali meridionali. In questo periodo venne affidata alla famiglia di mercanti Stroganov la colonizzazione della Siberia. Nel 1547 Ivan IV fu il primo sovrano ad essere incoronato zar di tutte le Russie nella cattedrale Uspenskij del Cremlino di Mosca. Alla morte di Ivan e del figlio viene nominato zar, nel 1598, il nobile Boris Godunov. Il suo regna termina nel 1605 e seguirà il cosiddetto periodo dei torbidi fino all’ascesa al trono di Mikhail Romanov nel 1613, l’iniziatore della dinastia Romanov che regnerà sino alla rivoluzione bolscevica del 1917. Il fondatore dello stato russo moderno fu Pietro I, chiamato il Grande, salito al potere nel 1650. Egli intraprese una politica di europeizzazione della Russia, di integrazione e di ammodernamento dello Stato, avvalendosi anche dei consigli del filosofo tedesco Leibniz. Nel 1703 iniziarono i lavori di fondazione di S. Pietroburgo sul fiume Neva. La città divenne nel 1712 residenza degli zar. Fondò la Accademia delle Scienze aprendo la Russia alla cultura europea ma inasprì d’altro canto le condizioni della servitù della gleba. Alla sua morte il regno passò alla consorte, Caterina I. A raccogliere l’eredità europeista di Pietro fu però Caterina II, moglie di Pietro III, che a lui succedette nel 1762. Donna colta e raffinata, durante il suo regno fece costruire l’Ermitage, fu in corrispondenza con Diderot e Voltaire, fondò un sistema di istruzione pubblica ma anche lei peggiorò le condizioni dei servi della gleba. L’ottocento ricordiamo che fu il secolo d’oro della letteratura russa con scrittori quali Dostoevskij, Gogol, Puskin, Tolstoj ma eccezionale fu anche per la musica e per la pittura.
L’abolizione della servitù della gleba avvenne solo nel 1861 con lo zar Alessandro II. Il potere zarista termina invece con Nicola II nel novembre del 1917 con lo scoppio della rivoluzione bolscevica di ottobre attuata da Lenin. Nel 1922 nasce ufficialmente l’URSS e nel 1924, alla morte di Lenin, il potere passa a Stalin. Decisivo fu l’intervento dell’URSS durante la II guerra mondiale. La battaglia di Stalingrado fu l’inizio della disfatta tedesca e l’eroica resistenza di Leningrado all’assedio tedesco fu un episodio che segnò la storia dell’URSS. L’Unione Sovietica pagò al terribile conflitto 20 milioni di morti.
Duro fu il trentennio stalinista, denso di episodi crudeli, purghe e repressioni e difficile fu l’avvio dell’industrializzazione a tappe forzate di un paese uscito stremato dalla guerra e dalla rivoluzione. Alla morte di Stalin, dopo un breve governo collettivo, il potere passa a Krusciov, il fautore del disgelo con l’Occidente e di una breve stagione di riforme. Costretto alle dimissioni nel ‘64 il potere passa a Breznev. Il periodo del suo governo è noto come della “stagnazione” per il freno posto alle attività culturali, al dissenso politico, all’economia. A lui successero Andropov, Cernenko e ultimo Gorbaciov, il leader della perestrojka. Gorbaciov ha aperto l’Urss al mondo e ridato le libertà politiche e religiose al suo paese. Nel dicembre del 1991 i leader di Russia, Ucraina e Bielorussia hanno dichiarato la fine dell’URSS. Dalle ceneri dell’Unione è nata la CSI: Comunita di Stati Indipendenti. I Presidenti russi succedutisi dal '91 sono Boris Eltsin, Vladimir Putin, Dmitrij Medvedev e ora nuovamente Putin .
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