Cenni storici su San Pietroburgo
Breve storia di S. Pietroburgo
S. Pietroburgo è la città fondata da Pietro I il Grande nel 1702 per avere uno sbocco sul mare. Nasce come centro navale sul golfo di Finlandia a grandiosa imitazione delle capitali europee come finestra aperta sull’Occidente dalla Russia. La città sorse su terreni paludosi alla foce del fiume Neva e le opere di bonifica e di consolidamento richiesero esperti artigiani olandesi. I primi interventi riguardarono l’isola Basilio (Vasilevskij ostrov) poi nel 1703 fu eretta la fortezza di Pietro e Paolo e nel 1704 l’Ammiragliato. Nel 1712 divenne la capitale dell’impero russo e nel 1714 Pietro ordinò di edificare solo case in pietra per far affluire mano d’opera e incrementare la popolazione. Già nel 1708 un’ordinanza obbligò aristocratici e mercanti a trasferirsi nella nuova città ma venne attuata nel 1709 dopo la sconfitta dei finlandesi in Polonia. L’unica casa in legno rimasta è quella usata da Pietro nei primi anni di costruzione della città.
S. Pietroburgo è stata costruita in base ad uno schema ben preciso ed è uno dei primi esempi in Europa di applicazione di un piano urbanistico. I suoi punti di riferimento sono l’isola Vasilevskij, l’ammiragliato, la fortezza, il palazzo d'Inverno e la via Nevskij lunga quasi 5 Km. Il prospetto Moskovskij, lungo 16 Km, collega invece piazza Mira all’aeroporto Pulkovo. Grande, da parte delle autorità, è la cura per i monumenti e per le vestigia del passato e quotidianamente squadre di addetti lavorano alla manutenzione ed alla pulizia di statue, giardini, palazzi pubblici importanti.
Al piano urbanistico e alla progettazione dei maggiori edifici cittadini contribuirono significativamente architetti europei, in particolare italiani, quali: Domenico Trezzini, il figlio Pietro Trezzini ed il nipote Giuseppe Trezzini, Bartolomeo Carlo Rastrelli, Bartolomeo Francesco Rastrelli, Leblond, Vallin de la Mothe, Giacomo Quarenghi, Carlo Rossi (a cui è intitolata anche una via), Antonio Rinaldi, Montferrand oltre ai russi Voronichin, Bazenov e Starov. Rastrelli e Quarenghi furono i principali interpreti rispettivamente dello stile barocco e neoclassico in Russia. Tali importanti architetti svolsero la loro attività tra il regno di Pietro I e quello di Caterina II.
Dopo la sconfitta di Napoleone, nel 1812, iniziarono dei fermenti sociali che culminarono nel dicembre del 1825 con la rivolta dei decabristi che insorsero nella piazza del Senato (chiamata poi piazza dei decabristi). Altri oppositori del regime, fra cui Dostoevskij, vennero arrestati nel 1849. Non fu sufficiente l’abrogazione della servitù della gleba nel 1861 a placare gli animi e nel 1881 lo zar Alessandro II venne ucciso in un attentato. In suo ricordo, nel luogo dell’assassinio, venne costruita una delle più belle chiese della città, in stile antico-russo: la cattedrale del Salvatore sul sangue versato. Nel 1887 anche Alessandro III subì un attentato ma senza riportarne conseguenze. Domenica 22 gennaio 1905, ricordata come “la domenica di sangue”, vide la cruenta repressione di una dimostrazione popolare. A seguito di ulteriori disordini lo zar consente la formazione di un primo parlamento: la Duma. Nel 1914 la città cambia nome da Sankt Petersburg a Pietrogrado. La situazione intanto si è ulteriormente aggravata anche a causa della mal vista influenza di Rasputin a corte e sfocia nella rivoluzione del febbraio 1917 e poi in quella decisiva dell’ottobre dello stesso anno. Il 7 novembre l’incrociatore Aurora sparò un colpo come segnale d’inizio e gli insorti aprirono il fuoco contro il palazzo d’Inverno. L’ 11 marzo 1918 S. Pietroburgo cessò di essere capitale, al suo posto Lenin scelse nuovamente Mosca. Nel 1924, alla morte di Lenin, la città cambiò nome in Leningrado. Nel ‘34 l’assassinio di Kirov, compiuto a Leningrado segnò l’inizio delle purghe staliniane.
Durante la II guerra mondiale la città subì un assedio terribile da parte dei tedeschi lungo 900 giorni e che terminò con la battaglia di Pjetrokrepost nel gennaio ‘43. Ma solo con la battaglia di Leningrado (14-27 gennaio ‘44) gli assedianti furono definitivamente sconfitti. Il poeta Mandel’stam così scrisse sull’assedio: “A S. Pietroburgo ci riuniremo ancora attorno alla tomba in cui abbiamo seppellito il sole”. La città, semidistrutta dai bombardamenti, fu fedelmente ricostruita e nel ‘51 iniziò la costruzione dei quartieri periferici moderni. Leningrado, durante il golpe dell’agosto ‘91, vide manifestazioni anti-putchiste come a Mosca. Il sindaco di allora, A. Sobchak prese fermamente posizione contro il golpe. Un referendum popolare ha sancito il ritorno al nome di San Pietroburgo alla fine del ‘91.
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