Il futuro dei nostri figli
Mobili e flessibili
I nuovi ministri non fanno altro che inciampare in pubbliche dichiarazioni di scarsa sensibilità e comprensione dei problemi reali del paese reale. Dalla noia del posto fisso ai ragazzotti che vogliono il posto stabile e per giunta sotto casa…
Senza voler indagare sul lavoro dei figli loro, vorrei solo osservare alcuni fatti. In molti paesi esiste la flessibilità già da tempo ed anche la mobilità territoriale. Penso all’America dove è normale, per chi ha un titolo di studio di un certo livello, spostarsi da uno stato all’altro per trovare il lavoro più adatto. Ed è altrettanto normale cambiarlo con frequenza. Molti studenti americani poi fanno spesso piccoli lavori che permettono loro di pagarsi gli studi. Ma quella è l’America… Qui siamo in Italia, qualora ce ne fossimo dimenticati. Trovare un posto per mantenersi gli studi? Già non è facile trovare un posto dopo averli terminati, figuriamoci prima! Allontanarsi da casa per trovare lavoro? Ottima soluzione! Il problema però è che se il suddetto ragazzotto viene assunto con stage o contratti co co co non riesce a mantenersi da solo. Quindi se papà e mamma non possono aiutarlo cosa fa? Se la professionalità venisse riconosciuta, se i titoli acquisiti con merito avessero il giusto valore, se la flessibilità non fosse diventata una via di mezzo tra il ricatto e lo sfruttamento, darei ragione ai signori ministri. Ma in queste circostanze io vedo un futuro molto nero e mi sembra che chi è al governo invece continui ad essere miope. C’è una frase che Gorbaciov cita spesso e suona più o meno così: farà più strada non chi cammina di più ma chi saprà guardare più avanti. Invece qui mi sembra che si avvicendino governi dalla vista corta e dalle mani lunghe che non hanno nessuna progettualità, che esprimono pareri infelici come se provenissero da un altro pianeta. E alla fine restano fedeli al vecchio motto: armiamoci e partite. Agli altri i sacrifici a loro le tasche piene e le parole vane.
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