Grillo da esportazione
Il Web a una dimensione
La notizia dell’elezione del nuovo Papa ha catturato l’attenzione di media e pubblico lasciando tutto il resto in sottofondo. C’è invece un fatto insolito su cui credo sia opportuno riflettere. Come si devono leggere le parole pronunciate dall’ambasciatore USA di solidarietà ai giovani e di incitamento a prendere in mano le redini del paese con il vigore e la modernità dei 5 stelle?
Saranno frasi pronunciate in un impeto di entusiasmo o frutto di un calcolo? Se sono il frutto di puro e ingenuo entusiasmo verrebbe da dire all’ambasciatore di fare attenzione, perché nessun paese è immune dal vento del cambiamento. Se il grillismo è una rivoluzione in fieri, l’Italia potrebbe essere solo la prima tappa. E mi chiedo cosa succederebbe negli USA se alle prossime elezioni i due candidati dem e rep fossero soppiantati da un mister Grillo locale? Sarebbe di sicuro un esperimento interessante… Se invece le frasi erano ponderate mi chiedo dove vanno a parare. Ovvero: non è che qualcuno sta già pensando, sulla scia della raccolta dei profili dai social network, a come imbrigliare la novità politica italiana e trasformarla in un utilissimo, per i governativi, sistema di controllo e manipolazione del pubblico consenso attraverso la Rete? Che il futuro passi per il Web non c’è dubbio, il problema è chi lo gestirà e come? Sarà vera democrazia liquida o sarà pensiero omologato Web 3.0? Tante teste producono tante idee ma basta un guru qualsiasi perché la molteplicità si riduca nuovamente all’unicità. Tutti i media sono stati prima o poi imbrigliati dal potere politico ed economico, ne sono diventati uno strumento. Influencer, profiler ed altre simili figure preannunciano l’imbrigliamento della Rete. Chi si salverà?
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