Parliamo di… scrittura creativa
Parliamo di… scrittura creativa e lettura consapevole
La lettura consapevole di un testo passa attraverso più fasi: l’analisi del linguaggio e dello stile dell’autore; la struttura dell’opera (trama e intreccio); l’ambientazione; i dialoghi. Lo studio di tutte le diverse componenti porta a produrre un giudizio estetico il più possibile oggettivo sulla consistenza ed il valore dell’opera. Giudizio che ovviamente può non coincidere con quello squisitamente soggettivo. Un libro oggettivamente ben costruito può soggettivamente non piacere per motivazioni personali. Nella scrittura in sostanza non facciamo altro che ripercorrere a ritroso la strada dell’attento lettore.
Fase 1 Il soggetto
Il primo elemento a cui prestare attenzione è l’idea, il soggetto del nostro lavoro. Di cosa parleremo? Sarà un romance, un fantasy, un thriller? Come si sviluppa a grandi linee la vicenda? Chi è il nostro protagonista? Dove si svolge l’azione? A che pubblico ci rivolgiamo? Un consiglio spassionato: evitiamo se possibile le autobiografie, i diari personali o di zii, nonni e cugini. Per noi possono avere un valore immenso, per il pubblico non è detto…
Fase 2 Il protagonista
Una volta individuate le linee di base iniziamo a dare un nome ed un aspetto ai personaggi. Il protagonista deve essere quanto più chiaro possibile nella nostra mente. Di lui/lei dobbiamo sapere tutto, anche quello che non comparirà nel libro. Dove e quando è nato, che studi ha fatto, le sue relazioni, le sue amicizie i suoi gusti personali, le sue piccole manie. Cerchiamo quindi di descriverlo fisicamente e psicologicamente nel modo più accurato possibile. Sicuramente nel corso della storia prenderemo maggiore confidenza e la sua voce comincerà a farsi sentire al di sopra della nostra, ma all’inizio l’input deve partire da noi.
Fase 3 Antagonista
Ci sarà un antagonista nel nostro libro? Non è sempre necessario ma è spesso utile averlo. L’alternativa può essere la creazione di un “doppio” che serva da controaltare al protagonista e ne metta in risalto con più evidenza le caratteristiche positive o negative.
Fase 4 Personaggi di contorno
A meno che non scegliamo di scrivere un monologo, i personaggi di contorno sono necessari. Cerchiamo di dare vita anche a loro. Non devono essere delle figure messe lì solo per riempire la scena. Devono possedere una personalità ed interagire in modo credibile con il protagonista.
Fase 5 La struttura
Quando abbiamo chiari i personaggi della vicenda iniziamo a buttare giù una scaletta della narrazione. Non serve essere precisi, anzi. Dobbiamo però avere un’idea abbastanza chiara di come si svolgerà la vicenda. Sicuramente in corso d’opera cambieremo mille volte le scene ed il finale in base a dove la narrazione stessa ci porta, ma è importante pensare ad una struttura solida che sostenga il lavoro. La trama sarà quella che definiamo fin da subito. L’intreccio potrà variare in base alle occasioni che di volta in volta si presenteranno.
Fase 6 Il linguaggio
La scelta del linguaggio è fondamentale. Può sembrare una banalità dirlo, ma il linguaggio dev’essere consono al contesto. Far parlare in modo forbito e classicheggiante dei giovani in discoteca che si impasticcano può non essere un’idea grandiosa. E neppure usare uno slang da malavita per far parlare degli scout. Facciamo chiarezza sui nostri personaggi, proviamo a farli dialogare tra loro e vediamo cosa succede. Alla prima nota stonata rivediamo il tutto. Non dobbiamo mai avere paura di eliminare quanto non ci sembra ben riuscito.
Fase 7 L’ambientazione
Ho sentito ripetere troppe volte da editori ed autori che bisogna scrivere solo della realtà che ci circonda, perché è l’unico modo di essere credibili. La mia idea è che bisogna scrivere di ciò che si conosce e si ama. Se un autore di Trebaseleghe ama il Kenya, ne conosce storia, cultura, territorio, ha avuto modo di visitarlo più volte, di intrattenersi con gli abitanti, di condividerne la vita, perché mai non può scrivere un libro sul Kenya e deve invece scriverlo su Trebaseleghe perché un editore lo ritenga attendibile? Quello che conta è la conoscenza profonda dell’ambiente in cui si svolge il romanzo, poco conta che sia del quartiere sotto casa o dell’Amazzonia. Non dimentichiamo poi che Salgari non si è mai mosso da casa… Trovo deprimente che gli autori debbano essere condannati a scrivere in eterno “I peccati di Peyton Place” per sperare di essere pubblicati.
Fase 8 Il periodo storico
Anche in questo caso dobbiamo stare molto attenti a trattare la nostra vicenda in un periodo storico che conosciamo molto bene. Ambientare il lavoro nel medioevo e non sapere nulla di usi, costumi, guerre, carestie dell’epoca può essere un autogoal. Qualsiasi sia l’epoca scelta, se non vissuta da noi, va approfondita con cura per evitare errori grossolani.
Fase 9 Il narratore
Prima di iniziare a raccontare dobbiamo decidere chi racconta e come. Prima o terza persona? Passato o presente? La narrazione verrà vista attraverso gli occhi del protagonista o ci sarà un narratore onniscente che segue tutti i personaggi?
Fase 10 L’inizio
Questo è il primo momento cruciale. Un inizio ben fatto è già immettersi in una corsia preferenziale. Sugli incipit si è detto di tutto e di più. C’è chi asserisce che è necessario partire nel bel mezzo dell’azione e poi usare flashback per rendere il lettore edotto degli antefatti. Altri non sopportano le descrizioni climatiche: freddo inverno, calda estate, pomeriggio piovoso… Credo che anche in questo caso spetti all’autore decidere da che punto iniziare la storia e con quale modalità. Anche l’abusato “Era una notte buia e tempestosa…” potrebbe avere il suo fascino.
Fase 11 I dialoghi
Una delle cose più difficili da elaborare sono i dialoghi. Ogni personaggio infatti deve avere una propria voce, un proprio modo di parlare, delle espressioni tipiche accompagnate da una gestualità. Leggere ad alta voce quello che si è scritto può dare un’idea di come suona. Se ci sembra che i diversi attori nella scena abbiano voci troppo simili o usino un linguaggio non consono al loro personaggio, non esitiamo ad eliminare tutto e ricominciare da capo. C’è poi la regola ripetuta alla nausea dello “show don’t tell” che spinge ad eliminare il superfluo nei dialoghi e soprattutto nei commenti ai dialoghi lasciando parlare la scena. Inutile scrivere “disse con rabbia”, meglio far serrare i pugni a chi esprime la frase. Anche in questo caso la regola merita di essere infranta se si rende necessario dare enfasi alle emozioni di chi sta parlando. Insomma dipende sempre dal contesto e dalle intenzioni dell’autore, basta non esagerare…
Fase 12 Le descrizioni
Come descrivere una scena? Abbondare con i particolari e le relazioni minuziose di oggetti, sentimenti ed espressioni o sorvolare sinteticamente lasciando libero il lettore di immaginarsi tutto? Anche a questa domanda si possono dare risposte differenti. La descrizione al limite del pignolo ha la sua funzione. Fleming e Robbe-Grillet ne sono esempi diversi. D’altra parte la semplicità e l’essenzialità possono essere un pregio se la scena lo richiede.
Fase 13 Il finale
Le azioni dei nostri personaggi, le loro parole ci conducono per mano al finale, che a volte può essere diverso da come l’avevamo immaginato all’inizio. Il nostro piccolo mondo virtuale ha preso vita e mattone dopo mattone ha iniziato a costruirsi da solo. Il finale non deve mai essere imposto, meglio sfumarlo se non abbiamo sufficienti idee per renderlo credibile. Ci sono dei libri che promettono bene grazie ad incipit ben congegnati e poi si risolvono in un niente di fatto che lascia deluso il lettore.
Fase 14 Dopo la prima stesura
Inevitabilmente il termine della scrittura è solo l’inizio. La prima stesura è ben lungi dalla fine del lavoro. A questo punto dobbiamo infatti compiere la prima lettura critica e programmare gli interventi di messa a punto. Tutti gli elementi vanno ricontrollati: dialoghi, ambientazione, coerenza degli avvenimenti e dello svolgimento. Tutto quello che non quadra va brutalmente eliminato, senza rimpianti. In questa fase tagli, aggiunte, variazioni si sprecano.
Fase 15 Sintassi e ortografia
Già a questo punto è tempo di dare una controllatina al nostro testo. Nella fretta di scrivere sicuramente qualche errore di battitura è sfuggito. Usiamo pure il nostro programma di videoscrittura per una prima sgrossata, poi però dobbiamo intervenire manualmente controllando concordanze, ortografia e sintassi. I refusi sono ammissibili, gli strafalcioni no.
Fase 16 La scelta dell’editore
Quando il nostro lavoro è perfettamente confezionato possiamo pensare di inviarlo in visione ad un editore o pubblicarlo a nostre spese tramite i servizi di stampa on demand o in digitale. La scelta di un editore EAP o NO EAP dipende solo da noi. Ricordiamo però che se scegliamo un NO EAP deve esserlo totalmente. Ovvero non ci deve chiedere nessun contributo né sottoforma di acquisto copie ma neppure per editing, correzione bozze, impaginazione o copertina. Non spaventiamoci per i rifiuti o le mancate risposte. Se siamo davvero convinti del nostro lavoro insistiamo, prima o poi l’editore giusto lo troveremo.
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