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Lista Monti, il nuovo che avanza

Lista Monti, il nuovo che avanza

La battuta è forse un po’ scontata ma visti i due principali sostenitori della lista verrebbe da dire che è da talmente tanto tempo che “avanza” che forse ormai è già andato a male…

Casini e Fini non mi sembrano esattamente una novità nel quadro politico italiano. Uno era il delfino di Forlani l’altro quello di Almirante. Si parla di un’Italia che i giovani d’oggi non possono ricordare ma chi ha più di quarant’anni credo non possa che sorridere all’idea di essere traghettati nella terza Repubblica da dei sopravvissuti alla prima. Non ritengo siano queste la novità e la freschezza di cui ha voglia e bisogno l’Italia. Ed anche il programma, pardon, l’agenda Monti odora un po’ di stantio, o meglio di conservatore. Si parla di caricare di più il peso fiscale sui grandi patrimoni e sui consumi: proposito contradditorio. Tassare i grandi patrimoni (e Montezemolo poi sarà d’accordo?) colpisce una fascia, tassare i consumi colpisce tutti indistintamente e non riduce certo il carico fiscale sulla classe media. Si parla di risanamento del debito pubblico ma l’unica misura dichiarata in modo non vago è la dismissione del patrimonio immobiliare che può servire da tampone momentaneo all’emorragia di fondi ma alla lunga non offre niente di concreto. Oltretutto sarebbero da chiarire le modalità di dismissione… Si parla di riduzione della spesa pubblica ma non si parla di drastica riduzione di stipendi e pensioni d’oro di manager pubblici o parlamentari, suppongo perché sarebbe andare contro i diritti acquisiti… Si parla di rinnovamento dei contratti di lavoro superando la dicotomia lavoro a tempo determinato e indeterminato ovvero prospettando un licenziamento facile pronto a creare, per i giovani, nuovi posti di lavoro mordi e fuggi  e per i non più giovani un avvenire alla mensa dei poveri. Ovvero precari dalla nascita alla morte. E si evince chiaramente che per il lavoratore vulgaris i diritti acquisiti sono un optional trascurabile e calpestabile. Si parla di incentivare ricerca e istruzione. Ma verrebbe da chiedere quale: pubblica o privata? La migliore idea esposta in proposito è quella di rafforzare le INVALSI prove criticate anche da buona parte dei docenti. Quegli stessi docenti che si dice devono essere rimotivati ma sarà difficile farlo se nemmeno si ascoltano. Si parla di green economy ma in modo talmente generico e approssimativo che tutto e il contrario di tutto  è prevedibile. Si parla di tutela del patrimonio artistico e si afferma la necessità di rafforzare l’organo centrale di controllo perché ci sono troppi centri decisionali periferici. Strano: per il turismo (grosso giro di capitali) la parola d’ordine è più centralismo, mentre per i contratti di lavoro la parola d’ordine è spostare il baricentro della contrattazione verso i luoghi di lavoro. Le donne, il lavoro e la politica. Anche qui non si parla in concreto ma solo esponendo bei concetti senza nessuna chiarezza su cosa fare davvero. E altrettanto vaghi in modo preoccupante sono i propositi sulla riforma del Welfare e della sanità. E infine la famiglia, pilastro della società italiana. Va incoraggiata e sostenuta. Bello, ma c’è da chiedersi come visto che il lavoro è sempre più precario, la pensione sempre più lontana, la sanità sempre più a pagamento.  E ancora tolleranza zero per la corruzione e l’evasione fiscale e si cita come grande risultato la legge approvata in Parlamento per la non candidatura di chi ha una condanna effettiva superiore a due anni. La vera novità sarebbe che tutti gli inquisiti e condannati non potessero essere candidati. Ma ahimé le liste elettorali diventerebbero forse troppo corte e selettive. E se la lotta all’evasione fiscale passa per il redditometro anziché per una caccia ai grandi capitali nascosti non credo che i passi avanti saranno molti. Quanto ai continui cinguettii sul Web non basta una rondine a far primavera e non basta usare Twitter per essere moderni. Come ultima chicca gode dell’approvazione del Vaticano. Con tutto il rispetto per il Vaticano vorrei solo far notare che da lì sono arrivati calorosi inviti di voto quarantennali per la democrazia cristiana e ventennali per Berlusconi. Davvero questo nuovo che avanza “avanza” talmente da tanto che già puzza. Non resta che sperare in Bersani che dica e faccia qualcosa di sinistra…

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