Riflessioni su CSI Las Vegas - La tecnica di Propp
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La tecnica di Propp
Propp compie un’analisi approfondita della struttura delle narrazioni ripetitive, quali le favole di magia, che precisa essere insufficiente per l’analisi di un’opera aperta. L’importanza del saggio “La morfologia della fiaba” consiste nell’aver indicato la possibilità di usare un metodo scientifico per l’analisi di un testo. Il risultato del Propp è che tutte le favole di magia rientrano in uno schema unificante, comune anche a certi miti. L’azione ruota attorno all’eroe ed all’antagonista nelle loro diverse forme. La partenza è nell’osservazione che le funzioni dei personaggi sono degli elementi costanti; il numero di funzioni è limitato; la successione delle funzioni è sempre eguale; la combinazione dei diversi motivi ricorrenti dà l’intreccio. Lo schema è riassumibile in una situazione iniziale di “mancanza” o “danneggiamento” da parte dell’antagonista e di una reazione dell’eroe. La fase successiva è la messa alla prova dell’eroe e il conseguimento del mezzo magico, da parte di un donatore, per affrontare l’antagonista. La fase finale è la rimozione della sciagura iniziale con la vittoria dell’eroe e il ritorno all’equilibrio. Nel giallo classico l’antagonista non è chiaramente manifestato, egli è la presenza di un’assenza, un feticcio dell’antagonista della favola che è invece reale. Nel secolo della ragione e della scienza l’antagonista prefabbricato della favola si tramuta nella ricerca intellettuale di un colpevole, che è comunque, nel suo non essere presente, nel suo rivelarsi finale e nel tramare nell’ombra, sempre l’oppositore dell’eroe, il detective, il cui difficile compito consiste nel far manifestare questa oscura presenza. Lo schema è sempre il medesimo: esordio, delitto, confessione, espiazione in cui l’omicida è il pharmakòs che sconta la sua colpa di aver eliminato una persona spesso in qualche modo nociva alla comunità.
Risulta quindi possibile classificare i gialli tramite ripartizione delle funzioni dei personaggi principali all’interno di una macrostruttura. Sono individuabili quattro personaggi principali attorno a cui ruota l’azione: la Vittima, il Colpevole, l’Investigatore e il Giustiziere. L’interdipendenza e la eventuale coincidenza dei ruoli determina la caratteristica della narrazione o inversamente è determinata da quest’ultima. Le possibilità sono che le quattro funzioni siano esplicate da quattro personaggi diversi oppure da quattro coincidenti o da coppie o terne di personaggi. In realtà queste diverse possibilità determinano scelte ideologiche e culturali ed è possibile associare alle coincidenze funzionali una precisa motivazione. I casi da osservare sono apparentabili con le combinazioni di quattro elementi k a k.
La coincidenza delle quattro figure in un unico personaggio è tipica della tragedia; le quattro figure smistate in quattro personaggi diversi delineano casi narrativi rari, un esempio potrebbe essere “La promessa” di Durrenmatt; il caso più frequente è quello dell’apparentamento delle figure a coppie o a terne. Nel giallo classico normalmente abbiamo raggruppamenti delle funzioni a coppie. La Vittima riveste il ruolo anche del Colpevole, il Colpevole quello del Giustiziere e l’Investigatore di nuovo del Giustiziere, figura di una Giustizia superiore. Il capro espiatorio, il Pharmakos, è interpretato dal Colpevole come figura primaria e dalla Vittima come figura secondaria. E questo schema è perfettamente adattabile a CSI.
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