La Pinata
Una tradizione venuta dall'Oriente
L’origine della “pignatta” (pinata o meglio piñata) è cinese e l’usanza si dice sia stata raccontata da Marco Polo. Si preparava a capodanno e aveva la forma di una mucca, era molto colorata, riempita di 5 tipi di semi e percossa con bastoni altrettanto colorati.
Rotta la pinata il contenuto veniva bruciato invocando la buona sorte. In Europa si diffonde nel XIV secolo e viene utilizzata nella prima domenica di quaresima. All’inizio è un semplice contenitore di terracotta per l’acqua. I missionari in America latina nel XVI secolo la usano come attrattiva per la conversione anche perché gli Aztechi hanno una tradizione simile per festeggiare il compleanno del loro dio della guerra e i Maya hanno un gioco che prevede una terracotta appesa ad una corda. La pinata assume a poco a poco una forma ed un significato caratteristico: una sorta di stella coloratissima a 7 punte che rappresentano i 7 peccati capitali. Diventa una metafora del diavolo che con una maschera attraente induce l’uomo in tentazione e i dolci all’interno rappresentano i piaceri terreni. Il partecipante bendato simboleggia il salto nel buio della fede. Per disorientarlo viene fatto girare trentatré volte, come gli anni di Cristo. Rompere la pinata significa vincere il male e ottenere i dolcetti ne è la ricompensa. La pinata oggi è utilizzata in Mexico nelle feste di Natale e ai compleanni. Non più vaso di terracotta è un contenitore in cartapesta decorato con carta colorata e ripieno di dolci e coriandoli. Sempre più spesso anche da noi per le feste di compleanno dei bambini si costruiscono pinate di diverse forme.
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