Difficile da capire…
Cose da orsi
Alla fine l’orsa Daniza è stata uccisa, anche se per errore perché non ha retto la narcosi prevista per la cattura. Uno dei suoi orsetti è stato catturato e subito dopo liberato con il collare di controllo.
Per chi non lo ricordasse l’orsa era stata indicata come pericolosa per aver attaccato un cercatore di funghi di Pinzolo. L’orsa era con i suoi cuccioli e probabilmente non aveva gradito il comportamento dell’uomo che si era nascosto per osservarla. La sua aggressività è stata anche ben controllata, visto che l’ha solo ferito, non gravemente, come avvertimento. Subito si è accesa la disputa tra animalisti e “cacciatori”. Ma forse il discorso è ancora più complesso e riguarda l’imprevedibilità e spesso l’irrazionalità delle azioni umane, il vero animale da oggetto di studio. L’orso è stato reintrodotto da poco più di una decina di anni nel Parco dell’Adamello Brenta, una decina di esemplari monitorati con il radio-collare. Difficile pensare che gli orsi rimanessero sempre dieci… E in effetti in questi anni la popolazione è aumentata e sembra superi i 50 esemplari, tanto che incontrarne qualcuno nei boschi non è più così insolito. L’orso bruno è un animale schivo, non attacca se non si sente in pericolo e si tiene alla larga dai rumori e dai sentieri troppo praticati. Comunque è un animale di grossa taglia e potenzialmente pericoloso, se attacca con l’intenzione di uccidere. Mi chiedo quale sia il senso di reintrodurre un animale di questo tipo nel suo habitat se poi non lo si vuole avere attorno perché spaventa i turisti e la popolazione. Forse le valutazioni andavano fatte prima piuttosto che preoccuparsi adesso dell’”eccessiva” diffusione e dell’eventuale pericolosità. Daniza, uno dei dieci primi esemplari del ripopolamento non ha scelto lei di vivere in quei boschi e non ha avuto colpa se il suo istinto di madre l’ha portata a spaventare quello che per lei era solo un intruso nel suo territorio. Forse prima di reintrodurre l’orso sarebbe stato bene spiegare a tutti la differenza tra un animale vero e Yoghi e insegnare regole di comportamento nell’avvicinarsi ad animali selvatici. La pretesa dell’uomo di dominare la Natura e organizzarla secondo i suoi schemi, talvolta insensati, è una forma di hybris che prima o poi dovremo pagare.
Come conclusione inserisco una citazione del Capo Indiano Sioux Caprido Zoppo voluta da Camilla:
“La terra non appartiene all’uomo, ma l’uomo appartiene alla terra e tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa succede alla terra succede ai figli della terra. L’uomo non ha tessuto la trama della vita: egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla trama egli la fa a se stesso.”
< Prec. | Succ. > |
---|