L’istruzione in Italia è un terno al Lotto
La scuola si finanzia con le lotterie
Ecco una notizia che lascia incerti se ridere o piangere sulle disgrazie del paese. Dal 2013 la scuola italiana potrà attingere ai fondi ricavati dal gioco del Lotto e del Superenalotto. Acciderboli! I ministri devono aver interpretato alla lettera la necessità di “scommettere” sulla formazione dei giovani.
E quindi d’ora in poi se vorremo assicurare il futuro scolastico dei nostri figli dovremo passare per le ricevitorie e giocare una schedina. Trovo che sia deprimente l’idea che un paese civile e democratico debba reperire i fondi per un comparto di primaria importanza ottenendoli da quella che il matematico De Finetti definì la “tassa degli imbecilli”. Ci martellano con spot allucinanti che invitano a tentare la sorte e che terminano con il prudente consiglio che ha una vaga eco di ossimoro: gioca il giusto. Usano per giunta colonne sonore lesive della dignità dei cittadini quali “lasciatemi sognare sono un italiano”, sulla melodia della canzone di Cutugno. Dallo spot infatti sembrerebbe che la lotteria sia l’ultima possibilità rimastaci per realizzare qualcosa sul piano lavorativo e personale. Ma davvero è questa la migliore strategia che hanno messo in atto i nostri governanti per sostenere scuola, formazione e ricerca? Se è così siamo davvero arrivati alla frutta e da sognare c’è ben poco, semmai c’è da sperare di uscire presto dall’incubo…
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