PD e PDL: i promessi sposi secondo Renzi
L'Italia in bilico...
Che Renzi non abbia digerito la vittoria alle primarie di Bersani lo si era capito. Che stia smaniando per prenderne il posto anche. La sua idea geniale è quella di allearsi con Berlusconi per fare le riforme oppure tornare alle urne subito con il porcellum . Mi chiedo come il PDL possa accettare le riforme indicate da PD e, in buona parte, da M5S. Verrebbe fuori l’ennesimo compromesso della serie “pezo el tacon del buso” (ovvero "il rattoppo è peggiore dello strappo") dando ragione ai grillini che i partiti non sono in grado di decidere nulla. Il PD con il PDL non ha niente a che spartire a meno che non voglia portare a termine il proprio suicidio politico definitivo. Il buon proposito di Renzi è di candidarsi come successore della premiata ditta B&B (Berlusconi e Bersani) in qualità di anti Grillo in grado di acchiappare voti a destra e sinistra di scontenti, mentalmente confusi e in crisi di astinenza da clientelismo partitocratico.
Stiamo attenti: Renzi non è il nuovo, è il vecchio che ripropone sempre il solito schema di un grande centro. Quello stesso grande centro che ha paralizzato l’Italia prima con la DC, poi con Berlusconi. Renzi è il rappresentante di quanto c’è di più vecchio nel PD e nel PDL. Se il PD vuole sopravvivere deve andare aventi e non tornare indietro. Bersani e il suo tentativo di avvicinarsi ai grillini è un segnale della volontà di rinnovamento e di riavvicinamento al paese reale ed è l’unica strada per garantire ancora una vaga identità di “sinistra” al partito. Se vincerà Renzi votare PD o PDL sarà la stessa cosa. La maturità di un paese si vede anche dai leader. C’è chi ha Obama, chi ha Hollande e chi ha Renzi…
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